Infiltrazioni d’acqua, umidità e muffa in biblioteca a Sapri: il sublime disprezzo di cultura e identità

Se l’atto del conservare è mai neutrale, l’atto del distruggere lo è ancora meno e per suffragare il dato non c’è bisogno di scomodare il nazista e i suoi roghi. Lo vediamo oggi accadere in Ucraina, invasa su larga scala dal suo vicino della Federazione Russa: una terra in cui gli uomini dell’esercito si vedono costretti a salvare tonnellate di testi e documenti dalle librerie polverizzate nella regione di Donec'k; una realtà in cui l’occupante è a sottrarre tutta la letteratura ucraina dalle biblioteche locali a Melitopol, la città nell’Oblast' di Zaporizhzhya; una nazione in cui lo stesso è a snidare i libri in lingua ucraina dagli scaffali dell'università statale Pryazovskyi a Mariupol scaricandoli direttamente dalla finestra all’ammasso in strada. 


“Ma c’è un altro modo, meno plateale, per cancellare un patrimonio: non prendersene adeguata cura.” - ci ricorda Richard Ovenden, Bibliotecario alla Bodleian Library dell’Università di Oxford, una delle più importanti collezioni al mondo, attiva dagli inizi del XVII secolo. “La trasmissione delle idee, la certezza del diritto, la ricostruzione della storia dipendono da biblioteche e archivi. Ogni offesa, per intenzione o per incuria, a questi luoghi, mette in pericolo l’accesso ai fondamenti della nostra identità”. 


Memore delle sue elette parole la biblioteca di Sapri è qui a narrare tristemente la storia di un’offesa patita, di un riconoscimento del valore e della dignità, pur di ente a esistere, a lei negato. Dedicata a Biagio Mercadante, il pittore italiano che nella zona trovò riparo dalle offensive della prima Grande Guerra, custode e depositaria di fondi librari e donazioni, destinataria di una porzione considerevole della biblioteca personale di Giampaolo Rugarli, lo scrittore pluripremiato napoletano che il Cilento di Sapri tanto amava, essa si consuma nell’indolenza di un’Amministrazione a vegliare per legge e renitente per indifferenza d’animo agli appelli di una sua messa in sicurezza: infiltrazioni d’acqua dal basso e dall’alto, intonaco scrostato e muffe bianche sulle mura a imitazione di un’arte pittorica in fuga dalla realtà, un mucido tanfo di umidità che a imbarazzare è le narici già a un passo dalla porta d’ingresso e a togliere il respiro una volta dentro - nemmeno l’estate a finestre e porte aperte è a dare sollievo. 


Biblioteca di Sapri | Dettaglio

È oscura una coscienza che si sente legittimata a mortificare le fondamenta di una corretta conservazione del materiale cartaceo in ambienti confinati, eludendo il costante controllo dei locali ad accogliere sia libri che utenti e la loro periodica manutenzione intesa a evitare problemi che, con l’andare del tempo, sortirebbero danni più o meno gravi a entrambi. Come lo è una stessa che si concede apertamente di insultare la buona norma, la quale è a immaginare un rapporto di custodia, di cura e di vigilanza iscritto nell’onere di conservare il bene qui librario con la diligenza del buon padre di famiglia, nella versione finanche più intensa vista la cosa già di tutti. E lo è, a maggior ragione, colei che accetta di violare indisturbata ogni disposto per la tutela e la promozione della salute negli ambienti confinati a prevedere per le genti della Regione europea la possibilità di vivere in un contesto fisico e sociale favorevole alla salute, a casa, a scuola, nel loro luogo di lavoro e nei luoghi pubblici.


Ma è invece chiaro, nitido e argentino il volto di un garante, come quelli affrescati dal Mercadante ad assicurare la somiglianza al modello ritratto, che emerge realisticamente dallo sfondo confuso di una barbara indifferenza concepita e che ricalca il sublime disprezzo per il luogo, già biblioteca, a significare il contributo allo sviluppo e al mantenimento della libertà intellettuale e il sostegno alla salvaguardia dei valori democratici fondamentali e dei diritti civili universali, nonché la garanzia di accesso facilitato alle espressioni della conoscenza e dell’attività intellettuale.


Misconoscendo il vero valore delle biblioteche, in quanto fondamento per il corretto funzionamento della società e sede centrale per la cultura, a Sapri resta solo da chiedersi se per la città possa esistere maggior causa di vergogna e rimprovero che far sapere fuori che disprezza la cultura.  


Sabina Greco


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