Mutilato il toro marino, simbolo della Città di Sapri: preludio di una castrazione annunciata?

A partire da uno stemma comunale è fatto ben noto ai più che esso è in essenza a costituire il segno distintivo dell’ente, l’elemento grafico rappresentativo dell’identità stessa del comune: un uso inammissibile per la dignità dell’ente non è consentito. In quello di Sapri, nel contesto e a più di vent’anni dalla data storica dell’Unità d’Italia, fa comparsa per la prima volta ufficialmente nell’effigie il misterioso affresco di un toro marino, un pauroso animale con le corne taurine e la coda di pesce a tre lobi che sembra provenire direttamente dal mare e la cui origine è a perdersi nella notte dei tempi. Onorando l’immagine già connaturata nelle esigenze del simbolismo del tempo e perciò penetrando i meandri di ciò che inoltre ha valore di simbolo, il toro quand’anche marino è accostamento e richiamo maschile per eccellenza. Nella cultura antica esso si vede spesso associato a divinità maschili e incarna anzitutto la fertilità e la potenza maschile, segno di energia, forza, resiste