Scardanelli già lontano pur sedendo accanto | Ritratti di strada

A malapena ti registra quando gli siedi a fianco, vuoi per caso o su invito di chi lo vive pur sempre dentro. È già perso in quel mondo, aereo ed evanescente, prima fuga e poi riparo da quell’altro delle plastiche voluttà, lusinghiero e prorompente, alla vista prodigioso e al tocco sì rovente. 

 

Lui è invero Scardanelli, è così che se l’è data la nomea di un recluso, richiedente asilo in casa d’altri, mai davvero sua. Isolato fra la gente, impermeabile al sussurro di una vita che lo accoglie dentro, lui resta fuori, testardamente fermo sulla posizione di un fossile uncinato, fuso nell’abbraccio di un sogno già sbiadito a inseguire ogni immagine che affiora alla sua vista da uno stream, uno qualsiasi, inodore e insapore. Disfatto e ferito da una vita che non chiede il permesso di entrare, di penetrare, di scuotere ogni terraferma e di inondare le valli oscure e l’abisso noto d’infinito e liquido fuoco vulcanico. Scardanelli ha così deciso di disertarla, di ignorarla, di allontanarla da sé e dal suo mondo, ora povero e disgraziato, congelato e assai ingombro di accozzaglia corrosa e antiquata. 

 

Lui c’è, e ci è sempre stato, ma è come se non ci fosse, è lontano pur sedendo accanto, è assente benché presente, lui seduce nella ripugnanza. In lui vi è tutto, nondimeno lei, la stessa vita, ma è inespressa 


vibra nella sinfonia di un’orchestra muta 

giace nel seme di una ghianda lì dischiusa 

muore in seno a quel frutto mai nato. 

 

Questo è ciò che egli ha scelto, Scardanelli refrattario, in possesso sì appieno di una facoltà dell’intendere e del volere, rigida e sprezzante, tanto cara a lui pensante… quella morte contrapposta, edificata in opposizione alla stessa vita, nuda invenzione di una mente ignara e pure orbata. 

 

Scardinelli l’ama per davvero, la sua morte immatura e in esilio, e in lei ancor ci dona, a noi necrofili impenitenti, il suo corpo in attesa di abbandono e resurrezione, insieme all’altro già testimone. 

 

Sabina Greco


Opera di Julie Powell