Annachiara ispiratrice di un femminile già selvaggio | Ritratti di strada

Di strada ne ha fatta molta, seppur teneri sono gli anni. È graziosa come un’anemone, è leggiadra come il vento, eppure dura come l’acciaio. 

Lei è Annachiara ed è campionessa già d’Italia in quell’arena che è il pugilato. A incontrarla a suo tempo, una nobil’arte, vi riconobbe quella parte sua dentro di coraggio, forza, intelligenza e velocità. Natura vuole che a guardarla, a viverla, la sua eloquenza ispira il volto di Artemide, dea arcadica, sposata alle acque di fiume mari e laghi, e nel caso di Annachiara nata all’ombra d’un Marsili, quel vulcano mai del tutto spento. 

 

Come lei, Annachiara è trivia… 

è luna nel diretto 

è luce nel gancio 

è ombra nel montante. 

 

Come lei è ispiratrice di un femminile già selvaggio, di un amore mai castrato o dato in pasto a una morale, asfissiante e soporifera. 

La strada non la teme, Annachiara, la conosce, la porta dentro, le dà un senso di libertà, quello stesso che ti scioglie dal gravame di una società che ti vuole allineata a chi ti ha preceduto nella sorte d’antica schiatta. E così l’ha tentata, la fuga, dall’amata terra sua d’appartenenza, lo ha fatto, l’ha voluta percorrere quella via così lontana da un’indole sua naturale di saldezza e di affondo. Ma non si è persa, si è ritrovata, ora più vigorosa di prima; ha saputo abbandonare una via che non è la sua, ha saputo far ritorno alla terra in cuore dentro, la sola che ti nutre perché tua indissolubilmente.  

 

Lei è forza, lei è coraggio, lei è amore per sé stessa, e per quell’altro suo compagno che la vita, intemperante e folle, qui le pone pure a fianco. 

 

Sabina Greco


Opera di Bojan Jevtic