Nicola anima nera | Ritratti di strada

Lui è uno dei tanti che la vita ha sbattuto in strada. Di ragioni ve ne sono altrettante, a soddisfare quella mente sempre in vena di giustificazioni. Il cuore non se ne fa niente, la vita ha voluto che fosse così, e lui la vive, immancabilmente, a prescindere. 

 

Si chiama Nicola, e la sua terra, per lo meno d’origine, è l’Ucraina. L’aveva lasciata, sedici anni fa, in cerca di quel poco di fortuna, e forse anche di un po’ di pace, per farvi ritorno un bel giorno, il suo desiderio irrealizzato. Quest’altra terra, quella italiana, d’accoglienza a sembrare, lo tiene in strada a campare. Eppure lavora, ci si meraviglia. Eppure è capace, sa il fatto suo, è maestro nel suo mestiere, ci si stupisce. Eppure è istruito, ha letto tanto e ancora lo fa, è cantastorie, di quelli di un tempo, sa incantare, ci si sorprende. 

 

In Italia tutto questo non tange, non ha valore, è ignorato. 

Del resto, i più non sanno, non hanno idea che, in un tempo lontano, lui fosse stato un soldato, di quelli scelti, prima di sbarcare in terra nostrana. I più ignorano che l’ha quasi persa, la vita, in quel deserto, così alieno. L’ha scampata quella volta, per miracolo, la vita ha voluto che fosse così. E a quanto pare ha anche voluto che fossero ancora i più, sempre loro, a non sapere, a non avere quadro che Nicola, così selvaggio, avesse fatto tant’altro, nelle sue vite, prima di approdare in quel d’Italia, terra ambigua. 

 

Lui, dall’altra, tace, osserva e accetta. 

Accetta di vivere in strada perché un affitto di casa più le spese non se lo può permettere, con quello che pagano, da queste parti, la solita miseria. E pur sostengono di aiutarlo, così facendo, d’esser preoccupati quando sta male o dà certi segni, di squilibrio, credono loro, di disagio profondo, di una sofferenza dell’anima, è la verità. Perché lui quell’anima, la sente, la vive, nella sua ricchezza, nella sua poesia, nella sua infinita generosità. La sua è un’anima nera, ferace, com’è nera la terra del suo paese, florida, e il suo sorriso accende un volto che illumina come il mare di girasoli che la sua terra regala, una stella nel mondo. 

 

E mentre loro si rifanno casa e magari anche il giardino, con la piscina, certi, così facendo, d’averlo aiutato, lui la sera fa rientro al parco, dorme in stazione, quando fuori gela, sognando casa, la sua, non serve villa, in quella terra sì generosa che è già sua d’appartenenza, e lontano dalla miseria di una terra in cuor avara, senza il lustro d’un accoglienza. 

 

Sabina Greco



MARIA PRYMACHENKO | MIRACOLO ARTISTICO DELL'UCRAINA