E lui è ancora in quell'altro mondo!

Non sono certa che sia ancora in contatto con la realtà, è in un altro mondo!  

è a sfogarsi Angela Merkel nella sua telefonata con Barack Obama riferendosi a Vladimir Putin e al suo infausto intervento militare in Crimea.  

 

Siamo a marzo del 2014. Migliaia di soldati dell’esercito russo sono dislocati sul territorio della penisola ucraina e altre truppe sono schierate sulla costa della Federazione Russa dirimpetto alla stessa. Angela Merkel, reduce dalla sua intensa attività d’ambasceria telefonica con il presidente russo Vladimir Putin, nel desolato tentativo di ridurlo a più miti consigli, è esasperata. Putin, notoriamente impermeabile alle preghiere, è irremovibile, e il mondo occidentale inorridito dalle sinistre esibizioni del personaggio: segue la corsa all’esplorazione dei fatti sul campo, alle sanzioni, all’intercessione diplomatica, al dialogo qui politico.  

 

Siamo a febbraio 2022, ben otto anni dopo. Putin ordina l’invasione su larga scala dell’Ucraina. Il fronte abbraccia le regioni a Est, a Nord, e la capitale Kyiv.  

Condanna unanime da parte di Ue, Usa e Nato. Tra oggi e domani serie di vertici interni e internazionali. In arrivo nuove, pesanti, sanzioni contro la Russia, rende noto Il manifesto.  

 

Orbene, qualcosa in otto anni di abboccamenti non deve aver funzionato!  

L’unità e compattezza di una intera comunità internazionale, inalberata come se fosse una scure, sono marcite insieme alla carta che le custodiva gelosamente. La soluzione politica, unica sorte inflitta ai problemi in Ucraina alla maniera di un Sacro Graal, si è confermata essere come lui uno dei miti più affascinanti e conosciuti, ma nello stesso tempo uno dei più complessi e abusati in termini di gestione dei conflitti. Il contingente della missione esplorativa inviato sul campo con l’intenzione di scoprire i fatti (Fact Finding-Mission) deve essere andato disperso, a parafrasare la tragedia della flotta composta da due navi e oltre un centinaio di uomini agli ordini di Sir John Franklin che, nel lontano 1845, impegnati in una delle tante spedizioni britanniche a individuare il Passaggio a nord-ovest, scomparvero nel nulla. Gli ingredienti capaci di condurre un dialogo politico al successo, visti i risultati, devono essere ancora in infusione. La partita delle sanzioni è sfumata in un gioco d’azzardo: di necessità virtù essa aguzza l’ingegno e invita da sempre a scavare mondi sottotraccia. E la condanna, che dire? È una vita che condanniamo a ogni piè sospeso senza mai vedere nemmeno l’ombra di un tarallo dritto.  

E lui è ancora in quell’altro mondo! 

Incapace di provare rimorso o senso di colpa. 

Con i suoi atteggiamenti controllanti, manipolativi e di inaudita violenza, ferocia e crudeltà. 

Disonesto, bugiardo e impostore. 

Inebriato nel dominare, umiliare e infliggere sofferenze a ogni altro suo eguale.  

Un pozzo senza fondo di dolore e tormento. 

 

Se oggi, malgrado le brigate di esperti navigati, incaricati di fronteggiare particolari situazioni, gli abili intendenti con i massimi poteri decisionali, le avvezze unità di analisi comportamentale d’ogni conio, gli eserciti di egregi dottori e professori, una classe politica pletorica e strapagata e una massa di soggetti che a narrare son dotati del tatto e della finezza necessarie per trattare questioni delicate, non siamo in grado di integrare e collocare puntualmente in questo mondo (qualsiasi cosa sia a significare) soggetti apertamente paranoici e deliranti, psicopatici e disturbati, incollati alle poltrone dorate come una piccola scaglietta di cera all’addome dell’ape, senza ricorrere pedissequamente all’isolamento, alla condanna, alla sanzione, alla repressione e senza che questi si accaniscano brutalmente sul vicino (chiunque esso sia),  

abbiamo fallito come umanità. 

 

E allora ci restano soltanto le armi, tante armi, una valanga e uno sproposito di armi. E un cuore sufficientemente puro per usarle. 


Foto: Sergi Mykhalchuk, Rick Mave, Evgeniy Maloletka, Oleg Pereverzev