La rivolta dell'anima ai tempi del Covid | XV luglio 2020

E ancora, mia amata Dafne, quell’incessante appello propagandistico alla responsabilità nella comunicazione politica poi, supportato dalla retorica del buon padre di famiglia, tanto cara a un governo nelle sue pubbliche dichiarazioni, che oggi, all’alba di una Fase 2 nell’emergenza, è a farsi scempio dell’intelligenza, del sentimento e dei sensi di uno sguardo vivo, mi esaspera. Gli orrori di una devastazione, per altro ampiamente annunciata, spingono ancora l’animo a ribellarsi. Lungi dall’essere, in quanto opera, attribuibile a una naturale invasione microparassitica è invece e tristemente frutto della violenza organizzata macroparassitica di una risposta smodata di governo a colpire e menomare ora l’ospite ingiustamente. Millenni e millenni di un lungo e spontaneo adattamento reciproco fra ospite e parassita, biologicamente e culturalmente determinato a giungere a un compromesso tollerabile per entrambi, letteralmente spazzati dalla scena nell’aggressiva somministrazione di una pretesa cura basata su misure non farmacologiche di contenimento dell’ospite, che dalle mie parti si fa amara contenzione, come ebbi già a narrarti nelle epistole precedenti. Misure di contenimento a tal punto invasive di un tessuto sano, mia amata, da sfinire un’economia già depressa e da incidere molestamente sulle libertà fondamentali del cittadino pure umano, che si rivelano praticamente scarse nella pretesa efficacia scientificamente comprovata di mettere un agente patogeno microparassitico in grado di non nuocere (nel linguaggio di quell'altro capintesta di regione), come è già ad evidenziare un rapporto della stessa Organizzazione Mondiale della Sanità di ottobre dello scorso anno.


Per non parlare di quel bavaglio a mascherare un volto a sostegno di un’obbedienza coatta pubblicamente esibita che, a fronte di una millantata e dubbia protezione e tutela contro il nemico, mi condanna invece a respirare il tanfo mefitico delle proprie esalazioni a scartare un naturale pattume e a coltivare un esercito di germi, parassiti e funghi sotto al naso abbarbicati. A testimoniare, paradossalmente, l’attenzione relativa a una reale protezione e tutela della mascherina-bavaglio è la solita approssimazione all’italiana con l’autorizzazione del governo alla vendita delle stesse in deroga, cioè di prodotti che non rispettano le specifiche tecniche dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che accende la fantasia dei fashion maker pure locali (mascherine in cotone traspirante e riutilizzabili, in neoprene, pelle o silicone) e schiude qui le terre a un’abietta e criminosa speculazione a pregiudizio del cittadino che si vede ancora penalizzato (moralmente) e gravato di sanzioni nella disobbedienza e pretesa sorte di respirare sano perlomeno all’aperto

Mia fidata sorte… mi rifiuto di collaborare e mi oppongo alla congiura. 

Metilde S