Imposizione e rimedi d'epoca ai tempi del Covid | XVIII luglio 2020

Mia amata Dafne.

È grottesco, ma a toccare il fondo vi è ancora spazio.

Ciò che un’emergenza rende ulteriormente esplicita è quella dimensione dell’imposizione indiscriminatamente agita. Nell’imposizione la comunicazione è a senso unico. Il suo impiego ancora oggi, in Italia qui scrivente, affermatosi con la massima noncuranza e in maniera aggressiva, genera e ha generato in aggiunta conflitto, sottomissione e sfruttamento. Ciò che qui distingue i governanti nella crisi è l’utilizzo della propria posizione per esercitare autorità, governando attraverso la paura, la minaccia, la pena e la sanzione. Se non fate i bravi, se non seguite le regole che abbiamo dato, chiudiamo ancora tutto e subito, è l’imperativo della nota Fase 2 dell’emergenza. 

Nell’imposizione non vi è condivisione né incontro, l’imposizione è ciò che differenzia l’autorità dall’autorevolezza. E, volendo restituire ai governanti in terra italica l’amata immagine del buon padre di famiglia, è palese il radicamento di una stessa figura mai svanita del pater familias di stampo autoritario. A rendere la chiave in sintesi, il padre che qui vi emerge è colui che

nell’incapacità di relazionarsi agli eventi naturali della vita – qui in primo piano l’invasione microparassitica e la morte – in maniera sobria, matura e aperta,

nell’immaturità di gestione di quell’altra dimensione, pure reale e naturale, di un invisibile,

nella sua posizione a rappresentarsi “al di là del bene e del male” in quell’accesso di un “Delirio di Onnipotenza”,

statuisce la minaccia pensata esterna e procede con violenza e nella assoluta mancanza di rispetto della vita di un altro già eguale, nella sola arroganza di una posizione

    a legare mani e piedi

    a serrare bocche e menti

    a soffocare ogni respiro fuori

    ad affamare anima e corpo

    a intombare senza lutto.

È giusto, mia amata, che un buon padre di famiglia spenga la vita dei figli che altri padri di famiglia stanno cercando di accendere?


E ancora, sostando in tema a concludere, è giusto mia fidata, che le colpe del padre ricadano sui figli?

  • La paura adottata dal governo alle prime luci di un’emergenza per attuare l’inopportuno condizionamento sociale e ottenere il consenso della popolazione sull’introduzione di ampie limitazioni delle libertà.

  • Dio e spettanze di una religione che scompaiono dal contesto: “non più processioni, non più ira divina, non più preghiere, grazie, ex voto, e le gerarchie ecclesiastiche in linea di massima ossequiosamente prone ai dettami della politica. Solamente un papa che celebra quasi da solo i riti della pasqua, mandati in mondovisione."

  • Al suo posto, la scienza, che fallisce il suo mandato. Modelli previsionali matematici in dono al governo a rivelarsi meno affidabili di una Sibilla dell’antichità. Un’impostazione della sanità del tutto inadeguata per una pandemia con i medici che protestano per le estreme condizioni di lavoro – poco personale e mezzi ancora inadeguati – alla stregua di un tempo della spagnola, cent’anni orsono e in assenza di un ministero della Sanità (istituito nel 1958). Insomma, una scienza che, “a parte l’utilizzo dei respiratori, in questo frangente non ha saputo trovare rimedi diversi da quelli che erano in uso già nel 1300: isolamento, quarantena, lazzaretti, medici con le tute di plastica al posto della palandrana lunga utilizzata durante la peste nera e le mascherine al posto della maschera a becco colma di erbe e spezie per fare da filtro."

  • Una propaganda bellica immorale e inopportuna, sistematicamente inoculata, a forzare quell’immagine di un nemico fuori e, nell’ignoranza, a trasfigurarne la realtà dal patogeno microparassitico al deviante da perseguire e neutralizzare. Una persecuzione, anch’essa sistematica, che nelle dinamiche profonde di un manifesto dispiegamento di forze materiali e morali a realizzare, impone all’amara memoria le reminiscenze di roghi, internamenti e deportazioni di un passato ancora vibrante: uomini e donne armati, elicotteri, droni, PWC e quad a caccia dei nemici dell’Italia.


Ebbene sì, mia amata Dafne, come ebbe a dire qui un saggio Quintiliano nella sua “Institutio Oratoria"... nulla fa più danno di quegli individui che, per essere andati appena al di là delle conoscenze minime, si sono illusi di sapere davvero.

Metilde S