La bramosa voglia ai tempi del Covid | XXII GIUGNO 2020
Mi duole ancora, mia amata Dafne, liberare il cuore dal gravame di una insopportabile bramosia. Mai pago, mai soddisfatto del raggiungimento degli effetti desiderati (si legge testualmente) uno stesso Primo, al solo scopo di reprimere e sanzionare, annuncia la sua altra ordinanza, selvaggia nei modi e nella sostanza…
“[…] CONSIDERATO CHE
dai controlli quotidiani effettuati emerge che le possibilità di uscita di cui sopra spesso vengono ripetute più volte durante la giornata da abitanti e/o molti cittadini provenienti da comuni limitrofi rendendo vani i controlli e la ratio dei provvedimenti adottati per contrastare la diffusione del COVID-19 e che i numerosi avvisi non sortiscono gli effetti desiderati;
RITENUTA
la necessità di adottare con urgenza ogni provvedimento atto a contenere la diffusione del COVID-19 nell’ambito del quadro normativo esistente;
IO ORDINO
ad hora e fino al termine dell’emergenza COVID-19, su codesto territorio, le seguenti modalità per effettuare gli approvvigionamenti di beni di prima necessità:
nella misura massima di n.2 volte a settimana in totale, con la seguente turnazione alfabetica secondo le iniziali del cognome del capo famiglia o dell’intestatario della scheda dello stato di famiglia (max 1 per famiglia) […]
IL DIVIETO:
[…]
b- di uscire di casa o accedere presso l’attività commerciale senza alcun tipo di mascherina e guanti monouso; […]".
La nuda efferatezza nel paradosso di una simile imposizione, ulteriormente restrittiva di una già residuale libertà e dignità propria del cittadino, unitamente alle oscure pulsioni a muovere uno stesso Primo nella bramosia di ottenere quell’unica soddisfazione nel raggiungimento di inqualificati effetti desiderati, in assenza di contagi ieri e oggi, in un borgo svuotato anzitempo della sua linfa, gli abitanti murati in casa dall’angoscia, è da considerare criminale nella morbosità, al di là di un evidente illecito amministrativo che, per quanto riguarda “la scelta di alcune amministrazioni di emettere ordinanze che obbligano all’utilizzo delle mascherine” a commentare è già l'illustre emissario di un collegio nazionale qui di competenza…
“Ci sono le linee guida nazionali che non obbligano a utilizzare la mascherina. Se nella propria autonomia una Regione o un Comune decide di obbligare a usarla, è opportuno che tutti i cittadini vengano dotati di mascherina, per chi non se lo può permettere ma anche per chi se lo può permettere ma non ha la possibilità di acquistarle, perché non ce ne sono.
Noi non abbiamo un potere di ordinanza su un tema che ha una valenza nazionale, nel senso che le modalità di trasmissione di un virus e le modalità in cui ci si difende devono essere supportate da dati scientifici."
Non omnia possumus omnes, mia amata confidente.
Metilde S