Il sacrificio del passar oltre ai tempi del Covid | XXX giugno 2020

Mia amata Dafne, mi si dice che “un’applicazione acritica del diritto, che non tenga conto delle circostanze a cui le sue norme devono essere applicate nel singolo caso e delle finalità a cui esse dovrebbero tendere, ne uccide lo spirito e può facilmente portare a commettere ingiustizie o addirittura costituire strumento per perpetrare l’ingiustizia”. Ebbene, mai dulcis in fundo, il consueto borgomastro è a regalarsi una Pasqua tra auguri e posti di blocco dalla dubbia liceità pure morale… 

“[…] Non mancano tuttavia i controlli delle Forze dell’Ordine (anche con il Primo cittadino impegnato in prima persona), ma finora non si segnalano problemi.[…]"

… ci informa squisitamente la stampa qui locale, noialtri serrati in casa, mentre le sue solite vetrine virtuali di richiamo sono a sfoderare l'intera foggia dell'affare...

“Nel ponte di Pasqua siamo riusciti a controllare h24 le nostre strade con piacere abbiamo registrato un comportamento estremamente responsabile da parte della popolazione. Continuiamo così! Il mio ringraziamento va quindi innanzitutto a voi, e, ovviamente, alle Forze dell’Ordine, alla Polizia Municipale, al COC di Protezione Civile e ai volontari che hanno partecipato […]".

Si evince, mia amata, da ciò in coda che non è a bastare un dispiegamento di Forze dell’Ordine ordinarie, già assedianti una cittadina deserta, vi occorre a supporto la selezione di nuovi volontari della Protezione Civile, debitamente impiegati allo scopo desiderato dalla qui massima Autorità. Nell’arroganza di un accentramento, la stessa, ora anche unica autorità di Protezione Civile comunale, è a suscitare pure il disappunto dei colleghi di Amministrazione che non lesinano i pubblici chiarimenti in una querelle di palazzo sulla dubbia scelta dei figuri a indossare le divise di un dipartimento sì qualificato. Insomma, mia eterna confidente, una tendenza di gestione della voluta emergenza, quella d'un Primo, improntata all’autoritarismo, all’irragionevolezza e all’ineguaglianza che è, inderogabilmente, a escludere, chi come noi, non è affiliato al potere suo esclusivo. 

Metilde S